Sul
bilancio economico-amministrativo di una città percorsa ogni
giorno da un numero elevatissimo di veicoli, i costi derivati dalla
manutenzione ordinaria dell'asfalto incidono pesantemente. Se poi si
aggiunge anche quella straordinaria, allora si capisce
l'impossibilità da parte di un'amministrazione di indirizzare
finanze ed energie verso interventi più importanti.
Entrando
in maniera un po' più specifica nel dettaglio, le principali
tecologie no-dig, in relazione all'installazione, sostituzione o
manutenzione di condotte interrate, sono:
•
il directional
drilling o Trivellazioni Orizzontali Controllate (T.O.C.):
tecnica di trivellazione con controllo attivo della traiettoria;
•
il
pipe-jacking:
tecniche di installazione in cui la condotta viene installato per
spinta nel terreno, al seguito di uno scudo di escavazione a fronte
aperto o chiuso e nelle quali il materiale scavato viene portato
fuori dal foro con un sistema meccanico o idraulico;
Particolarmente
vantaggiose
in ambiente urbano,
in quanto riducono drasticamente sia l'inquinamento acustico ed
atmosferico che l'impatto sul traffico veicolare e pedonale, le
tecnologie no-dig permettono di contenere e molto spesso evitare
tutta una serie di costi diretti e indiretti. Tra i diretti si
prendono in considerazione quelli della demolizione e del successivo
ripristino delle pavimentazioni stradali, mentre tra gli indiretti
rientrano quelli legati in generale ai rallentamenti e alle
limitazioni del traffico urbano.
Soluzioni
non-economiche inizialmente, in quanto per i macchinari e la
formazione del personale sono richieste spese considerevoli, ma
grazie ai continui miglioramenti tecnologici le tecniche no-dig
stanno diventando sempre
più competitive con
quelle delle pose tradizionali di scavi a cielo aperto.
per
approfondire si consiglia:
Posare
le tubazioni su fossa interrata è praticamente la norma: infatti non
costituisce ostacolo alla percorribilità del territorio, assicura
una buona coibentazione termica e una efficiente protezione
meccanica. Tuttavia, per poter posare una tubazione su fossa
interrata è necessario lo scavo di una trincea: in una città questo
corrisponde al rovinare l'asfalto, fermare il traffico, modificare le
strutture superficiali.
La
tecnologia no-dig (chiamata
anche trenchless)
permette la posa di nuove condotte (nonché la riabilitazione, la
manutenzione e la sostituzione di condotte esistenti) evitando di
scavare trincee a cielo aperto, eliminando tutti quegli effetti
negativi che questo comporta: minimizza l'interferenza con il
traffico veicolare e pedonale in corrispondenza dei cantieri, elimina
i rischi per la demolizione e evita il rifacimento della
pavimentazione stradale.
Le principali
tecniche di
no-dig (directional drilling, microtunnelling e pipe ramming) si
basano su una perforazione teleguidata che consente l'esecuzione di
tracciati curvilinei effettuando dei fori pilota di piccolo diametro
per poi utilizzare un alesatore che trascina in posizione l'intera
tubazione desiderata. Scavando dei semplici pozzetti è possibile poi
in questo modo curare la manutenzione di una rete di distribuzione
cittadina (utilizzando gli stessi macchinari usati per la posa in
opera). Si tratta di tecniche, adatte a qualsiasi tipo di terreno,
che riescono a posare condotte di diametro anche superiore ai 2000 mm
per distanze anche di più di 2 km.
•
il
microtunnel
con TBM (micro TBM):
Consiste nella perforazione di minigallerie mediante teste
fresanti (scudi) ad avanzamento autonomo (senza gruppo di spinta
esterno) con il rivestimento realizzato in sito man mano che lo scudo
avanza;
•
il
pipe
bursting:
tecnologia che prevede la demolizione dell'esistente condotta in
materiale fragile (ghisa grigia, gres, ecc.) e il contemporaneo
inserimento di una nuova condotta anche di diametro superiore a
quella demolita;
•
il
pipe
splitting:
identico alla tecnologia precedente da idonea a sostituire tubazioni
in materiale duttile (acciaio, ghisa sfeoridale, ecc.);
•
lo
spray
lining:
tecnologia che si basa sull'impiego di opportune miscele (a base di
cemento o di resine termoinduruenti) che vengono spruzzate, con
appositi applicatori, sulle pareti della condotta da rinnovare,
ristabililendo accettabili valori di impermeabilità e scabrezza
superficiale;
•
il
Cured
In Place Pipe o CIPP:
tecnologia che prevede l'inserimento di una guaina in feltro o feltro
tessile impregnata con una idonea resina termoindurente e con uno
strato esterno in materiale plastico idoeno al contatto con il fluido
convogliato nella tubazione da risanare;
•
il
close
fit lining:
consiste nell'inserimento nella condotta da risanare di un tubo, di
regola plastico, di diametro superiore ma oggetto di una deformazione
preventiva atta a ridurne il diametro. Una volta inserita la
tubazione le dimensioni originali vengono ristabilite mediante
aria/acqua i pressione facendo aderire il nuovo tubo alla superficie
interna di quello ospite;
•
il
loos
fit lining:
consiste nell'inserimento nella condotta da risanare di un tubo, di
norma in materiale plastico (pead) di diametro leggermente inferiore
il quale pertanto non aderisce alla superficie interna del tubo
ospite;
•
lo
spiral
lining:
tecnologia che prevede l'inserimento di una nuova condotta entro una
preesistente da rinnovare. Al contrario delle tecnologie fit lining
la nuova condotta viene formata durante l'inserimento in quella
preesistente, partendo da uno speciale coil (lamiera) di materiale
plastico o metallico che viene avvolto su se stesso a spirale.
Anche
in ambito extra-urbano tali
tecniche presentano alcuni vantaggi come la limitazione d'impatto su
zone ad elevato valore paesaggistico.
-
Manuale
di tecnologie no-dig
di Renzo
Chirulli
-
dispense del corso di Acquedotti
e Fognature
della Laurea
di Ingegneria Civile
dell'UniCa,
tenuto dal prof. Roberto
Deidda