Fino
ad oggi le tecniche per l’espansione (e costruzione) di città nuove appaiono
datate, mentre quelle per la trasformazione ancora immature. Prendendo però
spunto da entrambe si può arrivare allo studio per la composizione di linee
guida al fine di migliorare determinati aspetti.
Per
affrontare poi il problema compositivo, si sono elaborate proposte e progetti
diversamente finalizzati che creano così un patrimonio di idee, tecniche, ed
esperienze.
Si è
dunque arrivati a individuare delle regole suggerite e applicate per afforntare
operativamente i problemi delle grandi espansioni. Lo schema è rappresentato
da:
· - Idea compositiva, cioè il modo di rapportarsi
della città con i grandi elementi naturali, le destinazioni d’uso, e il rapporto
tra pieni e vuoti
· - Intensità d’uso dei suoli e le densità abitative
· - Sistema dei tracciati, quindi la partizione dei
suoli, e l’articolazione del costruito e degli spazi aperti.
L’esempio
che andiamo a riportare di seguito è quello della città sviluppata in altezza:
la Großstadt.
Nel 1927, Ludwig Hilberseimer, in
riferimento alle grandi metropoli americane, affronta il problema della
congestione, del disordine, e della omologazione considerando i modelli fino a
quel momento adottati come non adeguati.
L’idea compositiva è quella di una
“struttura verticale”. Infatti la grande città deve essere progettata e
costruita sulla base dei suoi stessi elementi, come i tipi edilizi, le strade,
le ferrovie.
Il modello è quello di due città
sovrapposte, una sopra l’altra. Sopra la città residenziale con il suo traffico
pedonale e sotto la città degli affari con il traffico veicolare. In questo
modo lo spostamento casa-lavoro-negozi, non avviene più orizzontalmente, ma
verticalmente (piano pedonale tra residenza e uffici, il piano del traffico
automobilistico al livello del suolo, e il sottosuolo dove corre la
metropolitana).
L’intensità d’uso dei suoli prevede un
milione di abitanti e una densità abitativa di 715 ab/ha. Un basamento di 5
piani è destinato alla città degli affari, mentre la parte superiore è dedicata
alle residenze per 15 piani, e in ogni
isolato possono alloggiare 9000 persone.
Il sistema dei tracciati delimita gli
isolati disposti in base alla migliore esposizione al sole. Il lato lungo è
disposto in senso nord-sud, e la alrghezza delle strade dovà essere uguale all’altezza
degli edifici, mentre la lunghezza dell’isolato è determinata dalla distanza
delle stazioni della metropolitana.
Per quello che riguarda la partizione dei
suoli, Hilberseimer, dichiara la propria propensione al mantenimento della
forma tradizionale dell’isolato.
Le forme del costruito e degli spazi aperti
si basano sulla sovrapposizione alla città degli affari della città
residenziale alla quale corrisponde la sovrapposizione e la compisizione in un
unico edificio di due tipi edilizi noti e sperimentati: i blocchi a corte per
gli edifici e la produzione, e la “casa albergo” in linea per le residenze. L’isolato
tipo è profondo 100 m e lungo 600 m. I corpi residenziali sono doppi e
distribuiti da un corridoio centrale. I corpi direzionali sono tripli e non ne
viene specificata la distribuzione interna.
Principale fonte: Patrizia Gabellini –
Tecniche Urbanistiche
Per approfondire: Mara De Benedetti, Attilio Pracchi – Antologia dell’architettura moderna
Sull'argomento suggerisco la lettura «critica» nel capitolo settimo: "Sozialpolitik e città nella Germania di Weimar", pagg. 243-292, contenute in: "La sfera e il labirinto" di Manfredo Tafuri, Einaudi 1980. In particolare alle pagine 272-277, Tafuri analizza la proposta di Ludwig Hilberseimer sulla Grossstadtarchitektur.
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